sabato 3 ottobre 2015

Riflessioni orange

Schiphol. In attesa del volo. Con J-Ax nelle cuffie che blatera di "un altro viaggio"  e delle magagne del Bel Paese, rifletto su una settimana vissuta in un Paese Bello: l'Olanda, con la sua precisione, con le sue strade pulite, i canali e i prati curati, i ragazzi in bicicletta a 12 anni per andare a scuola, perché il pulmino è un concetto sconosciuto, e che sembrano persino ignorare la parola "motorino", così apparentemente perfetti e inquadrati, immersi in un'opulenza poco conosciuta alle nostre latitudini.
Inevitabile il confronto con l'Italia, bella si, anzi bellissima nelle sue lande, ma così svilita, svenduta, abbrutita, sciupata e inzaccherata nelle sue città potenzialmente magnifiche, sempre più povera nei valori della sua gioventù imbevuta di social. Vengo assalito da una strisciante ansia, per me, ma soprattutto per i miei figli: se la globalità gli imporrà il confronto con quella gioventù straniera che sembra, rispetto a loro, così ariana, così superiore, così dannatamente costruita fin dall'infanzia per esserlo, sapranno reggere il colpo ed essere all'altezza? Perché non basterà la proverbiale intelligenza italica (leggi scaltrezza)... Il mondo moderno esige sempre di più, e qui noi siamo rimasti al palo.

P.S. Appena atterrato, chiedo al tassista "Posso usare l'AmericanExpress?"... Risposta "Boh, se la prende"...  Appunto. Welcome in Italy...