martedì 25 febbraio 2014

Un uomo solo in mezzo al campo


Montella, ieri, ore 20.50 circa:

"Vediamo se ha il coraggio... io sono sotto i riflettori di questo stadio nemico, che però mi riconosce il valore di un pareggio acciuffato in 10... faccio qualche passo verso il centro campo, uomo solo ma con il mento rivolto a lui... il giallo di turno, tale Gervasoni (ma non era un personaggio di Aldo, Giovanni e Giacomo?).
Arbitro, urlo, venga a stringermi la mano!
Ma come, mi guarda appena da sopra la spalla, con sguardo trucido? Forse bofonchia anche un "vaffa..." e scomoda i Santi?
Guarda come se ne va lesto lesto verso il riparo sicuro degli spogliatoi, e le braccia amiche del Braschi-protettore, con il pallone sotto il braccio, sprezzante nei miei confronti, nei confronti delle maglie viola che lo circondano?
Eppure mi avevano insegnato che l'arbitro lascia il campo per ultimo, a meno che non sia braccato dalla folla, costretto a uscire dallo stadio scortato dalle camionette della Polizia... Ma io non sono la folla, sono solo un allenatore che ha raggiunto il limite! Io, come la mia Società, come una Città intera.
No, non è per il rigore subito, né per quello non concesso (anche se, e stento ancora a crederlo, ho sentito quella giacchetta gialla che apostrofava Marione con un qualcosa tipo "sei ridicolo, pezzo di m...").
Non è per il rosso a quel cammellone del nostro difensore nero, né per il rosso alla rabbia del più calmo dei miei centrocampisti.
E' per l'atteggiamento, per la sfida che sempre più spesso dobbiamo affrontare! E' vero, è chiaro: siamo diventati antipatici... Il diverso lo è sempre, e noi siamo diversi: pretendiamo di dare spettacolo in campo, di fare il terzo tempo, di parlare di Fair-Play, di abbattere barriere allo stadio, di professare un diverso approccio agli stipendi dei giocatori e alla ripartizione dei diritti televisivi ... Osiamo sognare la Champions, anche se i nostri abbonati a Skymediaset sono metà della metà di quelli di Napoli, Roma o juve... Ora abbiamo anche un presidente onorario che si permette di dare dell'imbecille a chi fa proclami idioti, ma porta un cognome troppo pesante e intoccabile.
Via, basta! La giacchetta gialla ha già sceso le scalette... Domani, forse, mi squalificano... Daranno due giornate a Borja per fargli saltare Torino... Anzi no, vista l'aria che tira gliene danno quattro, così salta anche Napoli!
E poi Braschi dirà che l'arbitro è stato perfetto, e che siamo noi facinorosi, da punire perché colpevoli di ogni schifezza.... Un copione già visto.
Eh si, siamo diventati proprio anticipatici....."

E rimase solo, come soli rimaniamo noi, poveri illusi tifosi viola...

domenica 16 febbraio 2014

Malafede

Via, mi son detto, lasciamo perdere, ci dormo su... Domattina a mente fredda ci ripenso, e vedrai che tutto appare chiaro: il valore dell'avversario; la loro supremazia nel primo tempo; la stanchezza di una squadra strizzata dalla forse eccessiva nevrosi di una finale di Coppa Italia, costretta a giocare con gli stessi effettivi da troppo tempo, a fare i conti con l'assenza del faro spagnolo di centrocampo; le, a dir poco, opininabili scelte di formazione iniziale, senza una punta di ruolo, senza la copertura di Pasqual, con in campo un Aquilani che alla Snai era dato 10 a 1....
Poi stamattina mi sveglio, faccio il compitino del ricordo, e....
E no!!!!

 No, perchè una maglia bianca davanti ad una maglia viola, in 100 metri quadrati di libero campo verde, in una lenta (per i canoni calcistici) azione di gioco, non è, non può essere una svista per chi di mestiere deve vedere solo quello! No, non raccontatemi la favoletta dell'errore umano, del fischio che nell'incertezza non fischia. C'è un solo nome per tutto ciò: malafede.
E c'è malafede nei cartellini gialli che non escono nel primo tempo, nel rigore solare su Joaquin prima del duplice fischio.
C'è malafede se quando regali un giallo per un fallo netto ed inutile su Cuadrado, non hai il coraggio di regalarne un secondo, che significherebbe rosso, a fronte di una reazione scomposta e imbarazzante dello stesso giocatore sullo stesso colombiano.
E attenzione: non c'entra niente l'avversario; l'Inter è solo il beneficiario di turno. La vittima è la Viola, colpevole di rappresentare la realtà bella, pulita, fuori dagli schemi, nei suoi attori e nei suoi dirigenti, di un calcio italiano incanalato su un copione che tutti ormai conosciamo a memoria.
Occhieggiate un attimo la classifica senza errori arbitrali (fra l'altro, dopo ieri sera, da aggiornare)... Ancora dubbi su chi "deve" occupare il podio della Serie A?