giovedì 26 settembre 2013

Seconde Linee

Inter - Fiorentina = 2-1




Troppo facile buttar giù parole quando il risultato ti arride... Complicato schizzare inchiostro digitale sullo schermo bianco dopo una sconfitta come quella appena vista in quel di SanSiro. 
Perchè fu così che dopo 70 minuti, non azzardo dominati, ma, mi si concederà, giocati un tantino sopra la parità, dopo il rigore pennellato dal Pepito Nazionale, una mano misteriosa spinge in basso il grosso interruttore delle luci della Scala del calcio milanese, il lampo viola si esaurisce, ed insieme proprio a Giuseppe Rossi, prima, e ad Aquilani, poi, entrambi richiamati da Montella, negli spogliatoi rientra anche la sicurezza, la precisione, la spavalderia, l'esperienza. Non basta la classe del solito Borja, non bastano le grida e la grinta di Gonzalo, Ambro e Savic, o lo sguardo un pò storto di Joaquin. I ragazzini rimasti in campo insieme a questi nonni, si danno alla baldoria, e perdono di vista il fatto che in campo c'erano anche gli altri, quelli vestiti di un nero-azzurro che pare il total black di Severus Piton.
Risultato: la Fiorentina si trova a giocare con delle insufficienti seconde linee; Neto scava un'altra palata nella fossa in cui finirà, spero presto, la sua carriera in maglia gigliata; L'angelico Alonso si rivela appunto evanescente come essere etereo sceso dal Paradiso; il fanciullino Mati entra leggiadro di petto, ove ragione direbbe di entrare con l'aratro, cosa che fa, in effetti, il suo diretto avversario Jonathan; Vecino entra ma nessuno se ne accorge; Ilicic... Beh Ilicic è assente giustificato perchè veniva da un infortunio, ma deve svegliarsi presto, e giustificare l'enormità spesa per il suo cartellino...

Mi fermo qui. La mia penna stasera è avvelenata, forse eccessivamente. Del resto dalle seconde linee che oggi si son ritrovate in campo, troppe, non si poteva chiedere l'impossibile. Del resto il campo l'abbiamo retto, e bene, per gran parte della gara. Ma la consapevolezza di aver buttato via tre punti, ed insieme ad essi un urlo rabbioso del tipo "ci siamo anche noi!", ecco, questa è ben viva.
 
In attesa di rivedere presto con il pallone fra i piedi i vari Pizarro, Cuadrado, Pasqual, Gomez, il pensiero della notte è semplice: no, ancora non siamo grandi, e viste le evidenti mancanze nell'organico (ogni riferimento a giovani spilungoni brasiliani vestiti di verde Uniposca è puramente voluto), visti gli errori che in momenti cruciali mortificano la classe indubbia dei più, comincio a dubitare che mai lo saremo!


domenica 15 settembre 2013

Solito Copione

 Fiorentina - Cagliari = 1-1


Va ora in onda la 41° giornata del Campionato di Serie A 2012-2013.

Niente è cambiato sotto le nubi del Franchi; non è finita una stagione piena di rimpianti ed occasioni tolte, non è passata un'estate ricca di titoloni e grandi nomi sulle prime pagine dei giornali.
Il copione, ahimè, è sempre il solito: si domina, si sgomita, si gioisce per il gol, già si guarda la classifica, ma alla fine chi esce dal campo con i musi lunghi, la bile in bocca, la rabbia nel cuore, quelli siamo ancora noi.
Si, perchè capita che in questa grigia e umida giornata di metà Settembre la Fiorentina stava per fregiarsi della terza vittoria in tre partite, nonostate tutto; ed il tutto è con la T maiscula, perchè la jella nera ti porta via subito Cuadrado, poi si abbatte con tutto il peso di Agazzi sul ginocchione del buon Marione. Le nubi si addensano e il fulmine divino viene quasi scagliato su Firenze, in risposta al moccolo generale che si alza dagli spalti e dalla panchina.

Ma la mano divina si arresta, e anzi accarezza la testina pelata di Borja Valero, che, desideroso di provare quel che prova la sua consorte, trova l'unico modo di mettersi la palla sotto la maglia durante un match: segnando un gol.
Illuminati dal lampo spagnolo, e non da quello celeste, i tifosi si danno gran pacche sulle spalle, sorrisoni, commenti stile "se si vince oggi, in queste condizioni, quest'anno si può far tutto!".
Ecco, lì sta il punto. Perchè come già l'anno scorso, nonostante sia nelle sue corde, semplicemente, per decisione superiore, la Fiorentina tutto non può fare! Ci sono delle gerarchie da rispettare nel mondo della Serie A; ma come, questi impertinenti ancora non l'anno capito? Non è bastato il ciarpame che gli abbiamo scaraventato addosso nell'assolato Maggio di quest'anno?

E allora via di fischietto: dopo il solito gol voraginoso di Pinilla, abbiamo forza e cuore per portarci ancora avanti; abbiamo ancora la classe di Rossi che scivola fra le maglie difensive degli isolani, e avremmo avuto ancora una possibilità dagli 11 metri; perchè il contatto in area c'è, è solare, perchè la palla, lo scarpino del cagliaritano non l'ha vista nemmeno da lontano, mentre ha visto, e bene, il piede di Rossi. Ma nel dubbio, la decisione appare scontata:
"Ma quale rigore? Via via...alzati Giuseppino, che rischi anche il giallo per simulazione! Come? Ho sentito un "che cazzo fai"? Chi è stato, Chi ha osato? Tu, cileno?... Ah ma ora basta, è tutta la partita che mi ronzi nelle orecchie (ma come, soi entrato cinque minuti fa...)... tiè, eccoti il cartellino rosso, così impari, così imparate tutti, spocchiosi Fiorentini, chi comanda nel calcio!..."

Proposta: la prossima partita, se possibile, cambiamo casacca ufficiale: facciamola con delle belle strisce, tipo viola e bianche, rosse e bianche, meglio se rosso-nere; ancora meglio, poi, se ci tingiamo tutti la faccia con il nerofumo; e, sempre se possibile, cambiamo anche i nomi sulle magliette... tipo: Netelli, Pasqualli, Aquinelli, Valerotelli, Rosselli, e via dicendo... Forse, chissà, qualche idiota in maglietta nera ci casca!


lunedì 2 settembre 2013

Panzer Division

 Genoa - Fiorentina = 2-5


Alla fine non si è fatto neppure attendere tanto... Ci avevano, infatti, detto che di solito si sblocca fra la terza e la quinta giornata; che proprio come un panzer, aveva bisogno di scaldare i motori per trascinare adeguatamente tutta la sua corazza e i suoi proiettili; quasi come un Landini Testa Calda, voleva il fuoco sotto le membra, prima di esplodere.
Ed eccolo, macinando erba e muscoli altrui, gonfiando reti, sul teatro di guerra della Massima Serie si presenta, maestoso, Mario Gomez.

Accanto a lui, scudiero che, come Sancho Pancha, vale spesso più del cavaliere, il Giuseppe Nazionale, lustro non solo per noi di Florentia, ma pure per le prandelliane italiche speranze di gloria.

Ma dietro a questi obici micidiali, c'era ieri una Squadra, con poche distrazioni e molta classe e cuore: il solito sontuoso Borja Valero, il mille-polmoni Ambrosini e il principino Aquilani finalmente degno del suo soprannome, non hanno fatto sentire l'assenza di Cuadrado.
Qualche distrazione in più si registra solo in difesa, e ancora qualche flessione da parte del Pek, ma non sono una novità, specie in un periodo in cui i vari Savic, Tomovic, Pasqual e Gonzalo devono acquisire ancora la forma e la sintonia ideali.
E veniamo al capitolo portiere: nonostante i due gol subiti, sui quali appare incolpevole, con un paio di interventi plastici e incisivi, Neto sembrerebbe aver fatto un passo verso la conferma. Ma siccome non siamo scesi dai monti con la piena, sappiamo anche che la ricerca di un nuovo estremo difensore o non c'è mai stata oppure non si è certo interrotta dopo il triplice fischio di Genova. La verità arriverà in queste ore, ma se Neto sarà, evviva Neto!
Insomma, dopo la svogliata, deludente ma premiante sconfitta in Coppa UEFA, abbiamo qualche certezza in più: la Fiorentina vista ieri è quella che ci aspettavamo e che volevamo, una squadra da podio!