domenica 21 aprile 2013

Sindrome da Tafazzi

Fiorentina - Torino = 4-3



Siamo folli!
Ci piace camminare su un filo d'argento a piedi nudi, sospesi sul baratro, fuggendo le autostrade tranquille, i percorsi consigliati dalla Guida Michelin... Ci sarebbe da farsi gran risate, se non fosse che quella mezz'ora da panico, senza certezze ed in balia di un semplice e lineare Torino, che chissà perchè non si convince di dover essere annientato dal peso di tre gol, mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Era tutto perfetto, un risultato che sapeva di goleada, le geometrie che si disegnavano sul verde del Franchi come nella moviola ipertecnologica del dopo-partita SKY; gli ex di parte granata annichiliti, piegati al volere dei nuovi attori del centrocampo viola; tre gol da cineteca, perchè si sa, alla Fiorentina piace non essere mai banale; il divertente siparietto in tribuna, con Andrea che presenta al Sindaco due amici nipponici che sembrano mascherati da tifosi della Fiesole per un veglione di Carnevale (e uno di loro si affretta pure a porgere al buon Matteo Fonzarelli il proprio biglietto da visita... mah...).
Poi il numero 7 del Toro, uno che alle nostre latitudini conosciamo molto bene per i lunghi anni passati in riva all'Arno, e noi a chiedersi "ma è bono o è grullo?", si inventa una bella serpentina, e serve a Barreto il gol della bandiera. Solo che di gol-bandiera non si tratta, anzi. Sotto la bandiera di quel gol il Torino serra le fila, e la Viola, quasi incredibilmente scompare, regalandoci la mezz'ora thriller di cui sopra. Sempre Santana, e poi, come nella miglior tradizione dell'ex, pure Cavallo Pazzo Cerci, fanno tremare le fondamenta delle nostre certezze.
Merito loro, certo, ma anche grande demerito della difesa viola, che in un mix in parti uguali di deconcentrazione, supponenza e imperizia, regala palloni, grandi porzioni di prato e ben poco contrasto. E demerito pure del centrocampo, con Pizarro e Borja in zona pisolino. Aquilani e quei due tipi dai piedi buoni là davanti (leggi Cuadrado e Ljajic), in quella mezz'ora, vivevano ancora di luce riflessa per quanto fatto nel primo tempo, ma anche loro si sono decisamente eclissati. Di Larrondo, oggi, meglio non parlare...

Ma quello che rende grande una squadra, il Carattere con la C maiuscola, alla fine è venuto fuori, personificato in quel Romulo tante volte accolto con risatine e gomitate, ma che alla fine risulta professionista serissimo, sempre disponibile e mai oltre le righe, nonostante venga utilizzato con il contagocce.
E in quel tiro mette tutta la rabbia repressa, ci riporta in volo.

Dove atterreremo, guardando il calendario, lo intuiamo già da adesso: troppo speculare, il nostro e quello rosso-nero, con il solo apparente scoglio Roma per entrambe, per sperare in clamorosi ribaltoni. Ma la distanza fra noi e loro è ridotta, ora, ad un velo, ed il calcio è veramente strano, basta guardare questo pazzo pomeriggio fiorentino. Quindi concentrazione e convinzione al massimo, da ora in poi, e continuiamo a mordere il collo al Diavolo!




1 commento:

  1. Mitico Maris,
    se ti conosco un pò scommetto che bestemmiavi davanti la televisione.Voglio dire che in questa sofferta vittoria vedo piú lati positivi: non solo per il carattere con la C maiuscola,ma per la fortuna(per non chiamarla con l'altro nome,anche quello con una C maiuscola...speriamo) e per il fatto che con un solo punto di vantaggio qualcuno veda più fantasmi di quanto non dica...
    Concludo dicendo che il numero7 del Toro sarei contento rimanesse dove è adesso.Non solo perchè come dicono tutti 'potrebbe rompere il giocattolo',ma soprattutto perchè non ho voglia di vedere un giocatore che dopo 20 minuti di partita si sfava e diventa irritante.Ieri come diceva qualcuno che conosciamo:"era al baracchino dei gelati!".
    "Cerci...no grazie!"

    Il Meino

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