domenica 7 aprile 2013

Oro Colato

Fiorentina - Milan = 2-2


Mettiamola così: ce la stavano allegramente rubando, alla fine gliel'abbiamo rubacchiata noi.

Frase semplicistica, è vero, ma alla luce di due rigori giusti per il manuale del calcio, ma ben poco per il tifoso rosso-nero, concessi alla Viola, e due altri rigoretti, uno che ci stava se si usa lo stesso metro di giudizio di quelli precedenti (spintina sul corpo avversario), l'altro solare per un "mani" sciagurato di Roncaglia, a me sembra quanto mai veritiera. Mi mette nelle scomode, ma dorate, vesti del tifoso di Milano, e sento che avrei molto da recriminare.

E qui mi fermo, altrimenti mi si taccia veramente di aver cambiato sponda, calcistica, s'intende.
Stendiamo un velo pietoso sul primo tempo, almeno sulla prima mezz'ora: tutti gli incubi si avverano, con il Riccardino nazionale che ci affossa al pronti-via, ricacciando in gola i fischi ed i fischietti alla moltitudine del Franchi (Gaini senior mi suggerisce: tanti quanti gli statali del Corpo dei Forestali della Regione Sicilia, ovvero uno per ogni albero sempreverde della stessa ridente isola!). Come se non bastasse, perdiamo tutta la difesa, vuoi per infortunio (Savic) vuoi per Tagliavento (esagerato sul rosso a Tomovic), e mezzo attacco (JoJo alza bandiera bianca e rientra negli spogliatoi senza bisogno della doccia lava-sudore).

Il secondo tempo inizia anche peggio, perchè Flaminì rischia di mandarci di traverso in modo definitivo il pranzo ingoiato in fretta e furia.
Ma qui cambia il vento: comincia la prova d'orgoglio, unico e vero file-rouge che voglio salvare di questa prestazione; vedo i nostri come un bel picchiaduro dei vecchi tempi, azzuffarsi arrabbiati neri come nella peggiore delle partite UISP; forse costringere anche l'arbitro ad andare un po' in confusione; ritorno sui due rigori concessi: come sopra, da manuale ci stanno, per la squadra che gioca fra le mura amiche in special modo, ma se veramente nella decisione dell'espulsione di Tomovic ci fosse stata malafede, entrambi i tiri dal dischetto li avremmo sicuramente visti con il binocolo. Quindi, sapendo bene che nel Palazzo contiamo zero, anzi siamo scomodi, e che rispetto alla dirigenza del Milan veniamo considerati come il bidello a scuola, non mi rimane che propendere per l'errore umano. Come di errore, buon per noi, si è trattato il fischio strozzato sull'evidente fallo di mano di Facundo.

Insomma, una partita che non rimarrà certo negli annali per la sua bellezza e limpidezza, magari per il cipiglio da duri che ci ha consentito di non chinar la testa di fronte ad una mazzata tremenda come il 2-0 in 10; un pareggio che sa, proprio per questo, di oro colato, ed un punto prezioso non per la corsa Champions, obiettivo visibile solo con il telescopio orbitale, ma molto per quella Coppa che il nome cambiato in "Europe" ha un po' svilito, ma che per me resta sempre la UEFA.

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