lunedì 15 aprile 2013

A dispetto dei Santi (e dei Diavoli)

Atalanta - Fiorentina = 0-2


...e siamo ancora lassù, a dispetto dei Santi che da sempre pontificano e giudicano dall'alto degli scranni dorati costruiti sui diritti televisivi, e dei Diavoli, che con il loro Belzebù uscito da un episodio della famiglia Addams, ci hanno elevato al rango di nemico pubblico numero uno; misurata ignoranza (intesa come di colui che vuole ignorare) e gioia per il risultato, mi hanno portato a non commentare le monetine, la bava alla bocca, le offese reciproche e l'abbandono del campo di una settimana fa; ma poi il distinto presidente rosso-nero itera il reato, continua a provocare, invoca scorte di autoblindo stile Afghanistan da affiancare alla sua costosa berlina non appena supera, direzione Milano, San Giovanni Val d'Arno... Ma poi leggo i commenti sui siti di parte Corso Como, che ci additano (noi?) come una schiera di spocchiosi e provinciali imbelli calcistici, stupidamente convinti, poveri sciocchi, di aver addirittura inventato il calcio...
E allora, le risposte sono doverose:
Prima di tutto, mi duole dirvelo, ma si! Il calcio in Italia l'abbiamo inventato noi, e anzi ben prima che qualcuno inventasse l'Italia, in un periodo cioè, in cui Firenze si ergeva a culla del Rinascimento, primo trainante di tutte le realtà culturali della penisola, che con forza, lungimiranza e tenacia fungeva loro da modello per uscire dall'età oscura. A quei tempi i milanesi erano ancora alle prese con Il Moro ed il tallone degli Sforza.
Ma questa è solo una semi-seria postilla, perché non ci sfugge certo che il Calcio in Costume assomiglia più al rugby che al football. Il tifoso viola si è formato sui lunghi, troppi anni passati a rosicchiare pane nero e duro, con lo sguardo però illuminato dalle giocate dei tanti campioni che hanno vestito la casacca gigliata; sguardo che si faceva rabbioso nella finale consapevolezza che così tanta arte pallonara fosse miseramente ricompensata dagli scarsi trofei conquistati. Quella che agli altri pare spocchia, è invece l'orgoglio di portare un blasone che per noi significa storia, classe, lacrime, molte, e gioia, poca. Quella che agli altri pare supponenza, è invece quel poco di perizia tecnica lasciata come polvere di stelle sulla nostra pelle, ciò che rimane nel nostro DNA di appassionati dei passi fini sull'erba del Franchi fatti da gente come Magli, Virgili, Segato, Gratton, Julinho, Montuori, Hamrin, Amarildo, Albertosi, Superchi, Antognoni, Merlo, De Sisti, Chiarugi, Passarella, Baggio, Dunga, Batistuta, Rui Costa.....
Quindi eccoci, cari diavoli... Alla fine passerete voi, ma stasera sentite il nostro fiato sul collo; lo sentirete anche domenica, mi auguro, e magari vi renderemo la Champions difficile fino al 19 Maggio.
E tu popolo viola, sogna... come diceva la fantasia di Barry, non smettere mai di sognare, solo chi sogna impara a volare.

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