venerdì 4 gennaio 2013

Siamo tutti Signor Rossi


Ho ancora la pancia piena e la testa circondata da bollicine di spumante, lascito dei bagordi natalizi e di benvenuto al 2013, che quando, in macchina con i figli urlanti, intravedo con la coda dell'occhio la locandina de "La Nazione" davanti ad un'edicola, e leggo in sequenza "Fiorentina"  e "...Colpo", il colpo viene a me: ma che c'era scritto? che colpo? Larrondo? Van Wolfswinkel? Wolski? Con questi nomi improponibili mi ero lasciato abbracciare da Morfeo (non quello viola) ieri sera...
Fermi tutti! Frenata strategica, accosto veloce evitando lo strombazzante tamponamento di una vecchia Punto dotata di nonno con cappello, e mi lancio sul giornale: e la giornata di colpo si illumina di viola!
Signore e Signori, Pepito Rossi è quello che agli altri piace definire un Top Player. E' quel nome, e quel solo nome, che ci voleva per farci liquidare la questione "cessione Jovetic" con un cenno noncurante della mano. E' quel fantasista azzurro (e questo colore, almeno per me, non è un dettaglio) destinato a riempire gli occhi dei più esigenti tifosi gigliati, a farci sgolare e arrossire le palme delle mani.

Inchini e applausi al duo delle meraviglie, il romano e lo spagnolo, che riescono dove altri non avevano neppure osato, che portano a Firenze un tassello fondamentale, per tentare, diciamo l'anno prossimo, la scalata al traguardo innominabile, o, più obiettivamente, alla Champions. E poco importa se per vedere Giuseppe in campo (non con la maglietta 22, nè con la 11, già occupate, ma che scelga pure lui il numerello che più gli aggrada) dovremo aspettare ancora settimane: l'operazione è un assicurazione per il futuro, un Buono Postale fruttifero dei bei tempi andati, quando in sette anni si raddoppiava il capitale.
Sono talmente tanti anni che questo ragazzo calpesta l'erbetta di mezza europa, che in molti si dimenticano che ha solamente 26 anni (ancora da compiere), che ne significano (tocchiamo ferro, legno, tutto quanto avete a disposizione) almeno altri 6/7 ancora ad alti livelli (correrà l'anno 2020! altro che Maya!).

Ora culliamocelo, lasciamolo alle cure amorevoli di chi sa. Si perchè il Pepito viola non gioca praticamente da più di un anno, ed ha subito operazioni che piegherebbero chiunque. C'è quindi da verificare la sua tenuta, la sua stabilità, sincerarsi che la brutta ricaduta dell'Aprile scorso fosse magari dovuta all'incuranza di chi si occupò di quel legamento dopo la prima rottura, e che tale negligenza sia stata ora eliminata.
Vogliamo, insomma, il Rossi capace di segnare in maglia gialla ben 32 gol, nel 2011. Vogliamo quel simbolo italiano di classe e gol del quale siamo orfani da quel brutto Maggio del 1990.




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