domenica 20 gennaio 2013

Ripartiamo da qui

Fiorentina - Napoli = 1-1


Ora ho tutto più chiaro. Ora che mi sono liberato dalle tossine rabbiose dell'esclusione dalla Coppa Italia, e ora che abbiamo superato questo maledetto ciclo di ferro, ho un'idea più chiara del reale valore della Fiorentina. E vedo che c'è molto da salvare, da abbracciare, e di cui essere ben felici, e poco (ma quel poco c'è) da criticare, risolvere, gettare.
Parto, prima di tutto, dal presupposto che siamo andati ad affrontare la seconda squadra del campionato in condizioni a dir poco precarie, ancora senza Pizarro, con la piazza col broncio e con i 120 minuti di Mercoledì nelle gambe; ed al fischio d'inizio l'atmosfera era plumbea come il cielo, tanto che si sentivano solo i fischi e i cori dei napoletani, ai quali abbiamo improvvidamente donato le chiavi del Franchi (è proprio vero, "pecunia non olet"); i nostri undici apparivano timidi, titubanti, mai baldanzosi, tantomeno spregiudicati, come in altre occasioni. Ma era chiaramente l'indicazione di Montella, che per una volta abbracciava la filosofia del "primo, non prenderle...".
Occasioni zero, da una parte e dall'altra, finchè la papera di De Sanctis non consentiva a Roncaglia di emulare Monelli. C'è poco tempo per gustarsi il vantaggio: quello che la Fiorentina non ha, cioè un attaccante da alta classifica, ci mette il testone, e fa ripiombare i viola nella depressione.


Ma la partita continua, e vive di emozioni proprie; come un paio di attimi da brivido, in cui Neto si guadagna definitivamente la maglia da titolare; ma piano piano arriva la certezza che il Napoli non decollerà... eppure loro giocano con il favore del pronostico, a pieno organico; non hanno i nostri problemi a centrocampo, hanno Cavani che fa paura solo a guardarlo... Ma che succede?
Succede che questa Fiorentina non è da buttare; è squadra che sa ben stare in campo, anche se non riesce più ad essere concreta in avanti; succede che Gonzalo e Savic si stanno dimostrando fra i migliori difensori in circolazione nel nostro campionato; succede che, mettila come ti pare, ma Jovetic, Borja, Aquilani e Toni hanno ancora un nome da spendere; i primi lo dimostrano due o tre volte negli ultimi dieci minuti di gioco, e i partenopei, magari, non se la sentono di concederci il vantaggio del contropiede, e tirano un po' i remi in barca.
Quindi, piantiamo un bel palo in terra, aggrappiamoci a questo, e con questo aiutiamoci a svoltare. Dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo quest'anno. Ci siamo lungamente illusi di poter competere per la Champions, ma la classifica ora ci dice che dobbiamo più verosimilmente ripiegare sulla UEFA. Bene, facciamocene una ragione! Quindi basta con i voli pindarici e con le tanto repentine cadute in depressione. Questi giocatori chiedono fiducia, e mi sembra che non abbiano fatto niente di così catastrofico da non meritarla.
Però la richiesta del tifoso è lecita, ed e' sempre quella... vabbene che rientreranno a breve Pizarro, Larrondo, Munir, Mati e poi Rossi, ma la coperta resta corta; ci sono giocatori che stanno rivelando limiti sconosciuti, al limite sospettati, ed è assolutamente necessario che arrivi qualcuno, la davanti, per dare concretezza, gol e paura per gli avversari.
Oggi Pradé ha detto che Lisandro Lopez non interessa alla Fiorentina... io spero tanto che sia pretattica in stile Lucianone Moggi, magari proprio per spiazzare l'odiata signora, oppure che il duo delle meraviglie abbia già in tasca una sorpresa da far brillare entro il prossimo fine settimana... Che vi devo dire... La speranza non muore mai...

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