domenica 27 gennaio 2013

Sogno o incubo?


Catania - Fiorentina = 2-1






E' così che i sogni si trasformano in incubi; quando un'indistinta sensazione di gioia ed euforia, dai contorni poco nitidi e dal finale ancora non chiaro ma sicuramente glorioso, come solo nei sogni può essere, comincia a virare in qualcosa di più chiaro ma molto oscuro, con un senso opposto di angoscia che fa intravedere l'uomo nero dietro l'angolo... E allora mugoli nel sonno perchè dall'incubo vuoi uscire, ti agiti, ti arrabbi, finchè in un ultimo sforzo riesci ad emergere dalle grinfie affilate di Freddy Kruger, avviluppato nel lenzuolo zuppo di sudore. Preambolo Morfeico per descrivere a somme linee il momento del tifoso medio Fiorentino: solo che il buon sciarpato viola si trova, ora, proprio nel bel mezzo della parte peggiore, quando davanti vedi solo nero, e quel nero pare solo reale. Alle nostre spalle i bei sogni di gloria, di scudetto, di Champions, di Top Players, sono ormai sfumati; davanti solo incertezza.
Ci aggrappiamo al "Gennaio di Montella", quasi che la sterilità di una squadra, oltre che la sua sfortuna, siano legate ad un mese specifico; ma, rimanendo sui mesi, da Luglio andiamo dicendo che là davanti manca qualcosa, anzi manca molto; a questo tormentone per forza di cose se n'è aggiunto uno nuovo, anzi due: numero uno "manca un vice-Pizarro", numero due "manca un vero portiere"; ma con queste chiare litanie nella testa, il mercato di riparazione ha portato, finora, un fantasista che piace a Firenze, ma che sarà pronto solo per l'anno prossimo, un tedescone buono per fare la riserva (ma, ero in Germania la scorsa settimana, ed i servizi che SkySport dedicava al suo divorzio dall'Hoffenheim, anche se incomprensibili perchè in lingua crucca, facevan vedere solo suoi svarioni ed espulsioni... sigh), un paio di giovani centracampisti di belle speranze, anch'essi da leggersi, al limite, in chiave futura, ed infine, un attaccante dal nome argentino bello tondo, ma che piace solo a Brovarone.
Quindi, il vero acquisto tanto richiesto non c'è stato, e ormai dubito che ci sarà, visto che la mia cifra comparativa era un tizio che si chiama Lisandro Lopez, che nemmeno l'odiata signora è riuscita a prendere.
Come leggere, allora, questo mercato, questa Fiorentina inconcludente che tutti gli avversari e commentatori son contenti di osannare, ma con la quale tutti, ormai, sembran capaci di far punti? Si è forse deciso che per quest'anno può bastare così? Che si aspettano i soldi dell'ex Top Jovetic (ammesso di trovare qualche sprovveduto non dotato di decoder, e con il portafogli a fisarmonica) per entrare a piedi uniti sul mercato? La risposta ci verrà consegnata sulle onde dell'etere questo Giovedì. Ma la certezza è che da ora in avanti solo un obiettivo rimane: il quinto posto. Per chi dormiva tranquillo fra due cuscini di piume, cullato dai sogni di grandezza, questo potrebbe già essere un incubo. Per chi, invece, si ricorda lo squallore dei due anni post-prandelliani, già questo è un sonno ristoratore. Ma occhio, perchè anche dormendo bene ci si può risvegliare cadendo dolorosamente dal letto!

domenica 20 gennaio 2013

Ripartiamo da qui

Fiorentina - Napoli = 1-1


Ora ho tutto più chiaro. Ora che mi sono liberato dalle tossine rabbiose dell'esclusione dalla Coppa Italia, e ora che abbiamo superato questo maledetto ciclo di ferro, ho un'idea più chiara del reale valore della Fiorentina. E vedo che c'è molto da salvare, da abbracciare, e di cui essere ben felici, e poco (ma quel poco c'è) da criticare, risolvere, gettare.
Parto, prima di tutto, dal presupposto che siamo andati ad affrontare la seconda squadra del campionato in condizioni a dir poco precarie, ancora senza Pizarro, con la piazza col broncio e con i 120 minuti di Mercoledì nelle gambe; ed al fischio d'inizio l'atmosfera era plumbea come il cielo, tanto che si sentivano solo i fischi e i cori dei napoletani, ai quali abbiamo improvvidamente donato le chiavi del Franchi (è proprio vero, "pecunia non olet"); i nostri undici apparivano timidi, titubanti, mai baldanzosi, tantomeno spregiudicati, come in altre occasioni. Ma era chiaramente l'indicazione di Montella, che per una volta abbracciava la filosofia del "primo, non prenderle...".
Occasioni zero, da una parte e dall'altra, finchè la papera di De Sanctis non consentiva a Roncaglia di emulare Monelli. C'è poco tempo per gustarsi il vantaggio: quello che la Fiorentina non ha, cioè un attaccante da alta classifica, ci mette il testone, e fa ripiombare i viola nella depressione.


Ma la partita continua, e vive di emozioni proprie; come un paio di attimi da brivido, in cui Neto si guadagna definitivamente la maglia da titolare; ma piano piano arriva la certezza che il Napoli non decollerà... eppure loro giocano con il favore del pronostico, a pieno organico; non hanno i nostri problemi a centrocampo, hanno Cavani che fa paura solo a guardarlo... Ma che succede?
Succede che questa Fiorentina non è da buttare; è squadra che sa ben stare in campo, anche se non riesce più ad essere concreta in avanti; succede che Gonzalo e Savic si stanno dimostrando fra i migliori difensori in circolazione nel nostro campionato; succede che, mettila come ti pare, ma Jovetic, Borja, Aquilani e Toni hanno ancora un nome da spendere; i primi lo dimostrano due o tre volte negli ultimi dieci minuti di gioco, e i partenopei, magari, non se la sentono di concederci il vantaggio del contropiede, e tirano un po' i remi in barca.
Quindi, piantiamo un bel palo in terra, aggrappiamoci a questo, e con questo aiutiamoci a svoltare. Dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo quest'anno. Ci siamo lungamente illusi di poter competere per la Champions, ma la classifica ora ci dice che dobbiamo più verosimilmente ripiegare sulla UEFA. Bene, facciamocene una ragione! Quindi basta con i voli pindarici e con le tanto repentine cadute in depressione. Questi giocatori chiedono fiducia, e mi sembra che non abbiano fatto niente di così catastrofico da non meritarla.
Però la richiesta del tifoso è lecita, ed e' sempre quella... vabbene che rientreranno a breve Pizarro, Larrondo, Munir, Mati e poi Rossi, ma la coperta resta corta; ci sono giocatori che stanno rivelando limiti sconosciuti, al limite sospettati, ed è assolutamente necessario che arrivi qualcuno, la davanti, per dare concretezza, gol e paura per gli avversari.
Oggi Pradé ha detto che Lisandro Lopez non interessa alla Fiorentina... io spero tanto che sia pretattica in stile Lucianone Moggi, magari proprio per spiazzare l'odiata signora, oppure che il duo delle meraviglie abbia già in tasca una sorpresa da far brillare entro il prossimo fine settimana... Che vi devo dire... La speranza non muore mai...

giovedì 17 gennaio 2013

Mario Ciuffi

Dopo aver passato la serata a rodermi il fegato e a finirmi gli occhi saltellando come un pirata da un sito di streaming all'altro (sono all'estero per lavoro) solo per rimanere con un pugno di mosche e la rabbia per un'altra gioia mancata, decido stamattina di fare semplicemente copia/incolla di questo commovente articolo di Benedetto Ferrara, per Marione Ciuffi... Avere un pensiero per il nonno putativo di tutti noi tifosi viola e' più' importante che commentare le bischerate di Cuadrado, e la sterilità del pur bel gioco della Fiorentina...

Ah, e per chi volesse aiutare materialmente Marione e Renza, anche solo con un euro, l’IBAN è:

IT 93 Y 08673 02805 042000420174

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Non sei un giornalista di famiglia se lui non ti ha frustato almeno una volta. E nemmeno un giocatore della Fiorentina se lui non ti ha appeso al collo una sciarpa viola con la solennità di chi nomina un vescovo o un cavaliere. D’altra parte stiamo parlando del sommo pontefice della fede viola, e forse sarebbe il caso di dire a Marcelo Larrondo di fare un salto a trovare in ospedale il pontefice Mario per andare a ritirare la sciarpa di persona. Perché se il Ciuffi non può andare alla montagna sarà bene che la montagna faccia il suo dovere, come stanno facendo tanti amici e tanti tifosi. Mario è stato male. E questo i fiorentini lo hanno scoperto giorni fa da Radio Blu e dai siti internet. «Forza Mario» è diventato lo slogan dei tifosi, poi tramutato in «Forza Ciuffi» per evitare confusioni da social network con Mario Monti, che in quei giorni annunciava di essere il nuovo paladino del Centro. Uno scompenso cardiaco e un’operazione per applicare un pacemaker, oltre a una lunga serie di complicazioni. La moglie Renza in lacrime, molta paura e adesso la degenza e una lunga riabilitazione. E in giro la gente chiede: «Come sta il Ciuffi? ».
Perché a questo omone di quasi ottant’anni si può solo volere bene. Un buono, «e pure troppo », come dice chi lo conosce bene. Già. Mario ha regalato i suoi soldi a tanti. Erano prestiti fatti col sorriso: «Vienvia, tu me li rendi». Pochi si sono rifatti vivi. E così nessuno sapeva che lui e la sua Renza vagavano da una pensione all’altra, perché rimasti senza casa. E quando si è trovata all’ospedale, la moglie non si è potuta muovere di lì, perché non aveva nemmeno una stanza dove tornare. Proprio così. Il figlio di un grande imprenditore dell’edilizia finito a girovagare per le strade di Firenze con poche valige e la sua amata moglie sottobraccio. Una coppia bellissima. Bellissima, dolcissima e senza un tetto. «L’altro giorno ho rivisto uno a cui avevo prestato trenta milioni nel ’72. Dice che ora me li rende» aveva confidato il Ciuffi a un amico. Verrebbe solo da arrabbiarsi. Come definire questo pontefice dal cuore viola sempre acceso? Forse un poeta bambino. Sì, un narratore dolce e folle della città e dei suoi sentimenti. Irruento, simpatico, appassionato e autore di un linguaggio deciso ma mai volgare.
Ciuffi ha inventato la frustata («za, za, za») siparietto senza tempo arrivato anche su Raiuno, dove in diretta nazionale urlò degli scudetti rubati dalla Juve davanti a una Antonella Clerici terrorizzata. E le sue frasette sono entrate come pallottole nel gergo comune dei tifosi, come il suo classico «Vecci, vecci, vecci» (Arrivederci, arrivederci, arrivederci). E «A te t’ho lanciato io». O quel «siamo ufficialmente in lotta per il terzo scudetto» con cui ogni anno apre la stagione. Un personaggio surreale, il guru del popolo malato di Fiorentina. La coda dei tifosi davanti alla sua stanza di ospedale è lunga e affettuosa. Antognoni è stato tra i primi a presentarsi a Careggi. Corvino lo ha chiamato appena ha saputo. Andrea Della Valle è corso subito insieme a Pradè a salutarlo. Tanti hanno chiesto come fare per dare una mano a questa coppia di innamorati della vita e della Fiorentina. Il Ciuffi, quello che quando era presidente del viola club Fantechi spesso pagava le cene e le trasferte di tasca sua, adesso ha bisogno di aiuto. Così David Guetta, insieme ad altri amici tra cui l’attore Andrea Bruno Savelli e Mario Tenerani, hanno organizzato un comitato, per raccogliere fondi il cui unico scopo è affittare un piccolo appartamento dove Mario e Renza possano andare a vivere una volta fuori dall’ospedale. Dove tra l’altro ci sono ancora un sacco di frustate da spedire in giro. Za, za, za: con vasellina o senza.
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domenica 13 gennaio 2013

Brusco risveglio

Udinese - Fiorentina = 3-1


Stavo dormendo così bene.
Stavo sognando la Champions League, giocatori stellari già sulla strada di Firenze, l'anno prossimo magari lo scudetto, l'anno dopo cosa?, l'Intercontinentale?.....
Poi il brusco risveglio nel freddo di Udine!
Succede che, quasi come un deja-vu, i giovani di belle speranze di viola vestiti si mettono le cuffiette bianche dell'iPod prima di scendere in campo, caricano l'album dei ricordi degli 883, e si mettono ad ascoltare "La dura legge del gol". Succede che forse per questo, sulle note di Pezzali, pensano arditamente che alla fine conti solo chi fa lo spettacolo in campo, chi la tocca bene, chi fa i tunnel ed i colpi di tacco, e non chi la mette dentro.
No, cari ragazzi. Ora basta. Basta con le partite dominate e non vinte. Stiamo sperperando in giro per l'Italia, e da domenica anche entro le mura amiche, punti su punti. I sogni di Europa che conta si vanno inesorabilmente ad infrangere su una muraglia di giocatori che gli allenatori avversari, ormai su un canovaccio che si ripete come se letto sul manuale fresco di stampa "Come Battere la Fiorentina", ammassano in aria di rigore.
Basta con i clamorosi errori (leggi papere): oggi Neto ha tagliato definitivamente le gambe alla Fiorentina, "segnando" il terzo gol bianco-nero; la scorsa settimana Roncaglia lo aveva fatto per il Pescara.
(Apro parentesi
Basta anche con gli errori arbitrali! Azione del rigore e secondo gol dell'Udinese in clamoroso fuorigioco, oltre a molte decisioni contestate per falli non concessi (vedi due o tre interventi a ridosso dell'area di rigore su Jovetic)... Nella classifica delle più danneggiate cominciamo veramente a vedere il podio...
Chiudo parentesi)
Basta anche con l'impalpabilità di certi giocatori, leggi Lijaic, Seferovic, Romulo... Visto che ormai desisto nella speranza di vederli trasformati in calciatori veri, con gli attributi, preferisco non vederli più in campo, pena l'ulcera e la perdita di voce causa rumorose imprecazioni.
Basta anche con gli sciropposi articoli, cartacei ed eterei, chiacchere da bar, etc, che danno in viola ieri Lampard, oggi Lisandro, domani Messi. Basta!
Pensiamo al campionato, alla coppa, l'unica che abbiamo per il momento. Pensiamo a mantenersi focalizzati sull'obiettivo. Arrivo all'eccesso, dicendo che le prossime due partite valgono il campionato e la stagione: ovvia l'equazione per la partita di Mercoledì, ad eliminazione diretta. Per quanto riguarda quella da pranzo a sacco di domenica prossima, ebbene non vincere in casa con i partenopei equivale a dire addio a quello che era diventato l'obiettivo principale, ovvero il terzo posto.
E visto che il buon Pepito è ancora lontano dalla scesa in campo, sarebbe veramente opportuno che tutte le forze di Pradé/Macia si concentrassero sulla ricerca di un vero attaccante (lasciamo perdere Larrondo che, anche se bravo potenzialmente, ha bisogno di tanta tanta scuola da parte di Montella, e serve a poco in questa bagarre); se Lisandro è fuori discussione, lascio a loro la scelta, ma che sia uomo da doppia cifra.
Ed ora torno a dormire, e se ce la faccio a prender sonno voglio sognare i blau-grana, che giocano come solo in paradiso, ma che, a differenza nostra, la buttano anche tante volte dentro....

domenica 6 gennaio 2013

Chiuso per Ferie

Fiorentina - Pescara = 0-2


Prima di commentare risultati simili sarebbe opportuno aspettare un'ora, una notte, un giorno, rivedersi magari la partita, se se ne ha stomaco, e poi, con la mente nel freezer, buttar giù due parole.
Invece no, mi voglio far del male, e ancora con la rabbia nel cuore e gli urli strozzati in gola, prendo la penna.
Premetto che è ben distante da me l'idea di buttare nel cestino i lustrini di metà campionato per una sconfitta assurda quanto bruciante, ma nemmeno voglio unirmi al coro dei "tre punti rubati, 10 occasioni contro due, sfortunati, espulsioni negate, etc etc".
No, perchè quando c'è da criticare è giusto e lecito farlo.
E allora avanti, comincio con la solita mancanza cronica: Toni non può far tutto, e tutto bene. Vedere il niente in panchina che possa sostituirlo è quantomeno deprimente. Riguardo all'operazione Rossi mi sono già espresso, mi lustro tuttora gli occhi, ma non è certo la prima punta che ancora manca all'appello. Duo delle meraviglie (leggasi Pradè/Macia), pregasi affrettare le operazioni e le trattative per cominciare la seconda metà del campionato con una opzione in più là davanti.
Detto questo, frustatina a Montella per la sostituzione del buon Luca: vero è che l'iniziativa ha praticamente coinciso con il gol avversario e con l'infortunio di Pizarro (due mazzate), ma il contraccolpo in avanti mi è parso evidente.
Abbiamo giocato splendidamente un tempo, in totale dominio, con sei o sette azioni nette da gol... Ma la famosa legge del calcio non è solo leggenda, è spiegabile tecnicamente e psicologicamente, e mostrare il fianco al Pescara è stata l'ovvia e imperdonabile conseguenza.
Uno scapaccione a Cuadrado: buoni dribbling nei primi 45 minuti, ma inconcludenti, pessimi nei secondi 45, e con uguale risultato.
Che vuoi dire al feroce Facundo? a parte il clamoroso errore (a quel punto della partita, a mio parere, il risultato era già segnato... potevamo giocare altri 120 minuti e non avremmo divelto la barriera di dieci bianco-celesti davanti a Perin), è sembrato comunque meno brillante... Forse che l'assenza di Gonzalez dietro di lui gli abbia tolto tranquillità?
Strigliata anche a Mati Fernandez e Seferovic... Si chiamati ad un prova difficile, però non entravano sotto di un gol contro la Juve a Torino, e qualcosa in più potevano e dovevano farlo... Con il loro ingresso la Fiorentina ha giocato in handicap!
Ovvia, mi sono un po' sfogato, e già la vedo meno scura...
Sono tre punti che peseranno alla fine, che i nostri dovranno essere bravi a recuperare su un paio di campi esterni, possibilmente già ad Udine alla prossima giornata (ma sarà durissima, contro Totò & C.). Ma siamo sempre li, terzi o quarti in classifica. Speriamo di non incontrare ancora sulla nostra strada un Perin da "uomo partita SKY", ma dobbiamo anche non metterci del nostro: le grandi squadre, in queste partite, giocano con astuzia, con cinismo, dosando le forze, stanando l'avversario, risucchiandolo nel suo centrocampo per aprire la rosa e trovare gli spazi, non concendendo il beneficio e l'affollamento delle mura amiche dell'area di rigore; anche storicamente gli assedi non sono mai la migliore tattica di battaglia.
Oggi le suddette caratteristiche ci sono mancate.
Decisamente, oggi, la Fiorentina non è stata grande.

venerdì 4 gennaio 2013

Siamo tutti Signor Rossi


Ho ancora la pancia piena e la testa circondata da bollicine di spumante, lascito dei bagordi natalizi e di benvenuto al 2013, che quando, in macchina con i figli urlanti, intravedo con la coda dell'occhio la locandina de "La Nazione" davanti ad un'edicola, e leggo in sequenza "Fiorentina"  e "...Colpo", il colpo viene a me: ma che c'era scritto? che colpo? Larrondo? Van Wolfswinkel? Wolski? Con questi nomi improponibili mi ero lasciato abbracciare da Morfeo (non quello viola) ieri sera...
Fermi tutti! Frenata strategica, accosto veloce evitando lo strombazzante tamponamento di una vecchia Punto dotata di nonno con cappello, e mi lancio sul giornale: e la giornata di colpo si illumina di viola!
Signore e Signori, Pepito Rossi è quello che agli altri piace definire un Top Player. E' quel nome, e quel solo nome, che ci voleva per farci liquidare la questione "cessione Jovetic" con un cenno noncurante della mano. E' quel fantasista azzurro (e questo colore, almeno per me, non è un dettaglio) destinato a riempire gli occhi dei più esigenti tifosi gigliati, a farci sgolare e arrossire le palme delle mani.

Inchini e applausi al duo delle meraviglie, il romano e lo spagnolo, che riescono dove altri non avevano neppure osato, che portano a Firenze un tassello fondamentale, per tentare, diciamo l'anno prossimo, la scalata al traguardo innominabile, o, più obiettivamente, alla Champions. E poco importa se per vedere Giuseppe in campo (non con la maglietta 22, nè con la 11, già occupate, ma che scelga pure lui il numerello che più gli aggrada) dovremo aspettare ancora settimane: l'operazione è un assicurazione per il futuro, un Buono Postale fruttifero dei bei tempi andati, quando in sette anni si raddoppiava il capitale.
Sono talmente tanti anni che questo ragazzo calpesta l'erbetta di mezza europa, che in molti si dimenticano che ha solamente 26 anni (ancora da compiere), che ne significano (tocchiamo ferro, legno, tutto quanto avete a disposizione) almeno altri 6/7 ancora ad alti livelli (correrà l'anno 2020! altro che Maya!).

Ora culliamocelo, lasciamolo alle cure amorevoli di chi sa. Si perchè il Pepito viola non gioca praticamente da più di un anno, ed ha subito operazioni che piegherebbero chiunque. C'è quindi da verificare la sua tenuta, la sua stabilità, sincerarsi che la brutta ricaduta dell'Aprile scorso fosse magari dovuta all'incuranza di chi si occupò di quel legamento dopo la prima rottura, e che tale negligenza sia stata ora eliminata.
Vogliamo, insomma, il Rossi capace di segnare in maglia gialla ben 32 gol, nel 2011. Vogliamo quel simbolo italiano di classe e gol del quale siamo orfani da quel brutto Maggio del 1990.