domenica 25 novembre 2012

Passi Falsi

Torino - Fiorentina = 2-2


Passo falso della Fiorentina!
La novità di questo titolo, è la cifra dello straordinario Campionato che sta vivendo la Viola.

Partiamo dai numeri primi, dal numero 1.
Passo falso di Viviano: il ragazzo della Fiesole rimane con i tacchetti bloccati su una zolla del Comunale Vittorio Pozzo (io 'sto catino lo chiamo solo così, l'Olimpico è a Roma), e si muove al rallentatore sul cross di Birsa... Ne viene fuori quello che ai bei tempi del calcio UISP chiamavamo il "gol a voragine".
Passo falso di Roncaglia: un errore a partita, contro dieci interventi da campione, l'ha fatto sempre, ma la novità di una decina di errori contro qualche buon intervento fa notizia.
Passo falso del Captain Pasqual: troppo opaca la sua partita, nemmeno un cross importante, ed una zuccata a 5 metri da una porta splendidamente sguarnita, che spedisce la palla fra le braccia dei tifosi.
Passo falso di Oliveira: chiamato a sostituire Pizarro, schiacciato dal confronto improponibile, rimane al palo e non incide.
Passo falso di Aquilani: nel senso che mette male il piede e si ritrova di nuovo alle prese con l'infermeria; l'augurio, di cuore, è che sia un passaggio veloce dalle parti del medico di guardia, un'aspirina, e via...
Passo falso di Montella: dare l'opportunità a Seferovic, valutarlo più adatto al tipo di match rispetto a Munir, è quasi un suicidio tattico. Mettiamola così, ha giocato d'azzardo, e ha perso.

Ma dopo tutti questi passi falsi, dopo questo sfogo per la delusione di altri due punti gettati al vento a fronte di un dominio calcistico quasi totale, rimangono gli applausi. Si, perchè io, il bicchiere di novello, lo vedo mezzo pieno: perchè vedo gli otto risultati utili consecutivi; vedo un 2-2 agguantato in una giornata in cui tutto, ma proprio tutto, sembrava andar male, in cui la jella degli infortuni si accaniva come un avvoltoio sul corpo già martoriato dalle assenze di Jovetic e Pizarro;




vedo il quarto gol dell'emulo di Passarella e il secondo del Mago di Kralingen.

Il carattere è quello giusto, la classe di Valero pure; andiamo avanti, non perdiamo di vista quello che è diventato il vero obiettivo di quest'anno: il coro di Tony Britten che illumini le serate di mezza settimana del nostro prossimo autunno. Lasciamo stare per un po' la Juve e i voli pindarici...

Andiamo avanti, per cortesia, senza tanti altri passi falsi.

domenica 18 novembre 2012

Icaro Viola?

Fiorentina - Atalanta = 4-1



Facciamo un paio di buche belle grandi per terra; riempiamole di calcestruzzo; infiliamo nel cemento un paio di ganci di acciaio belli forti; agganciamoci un paio di catene, lunghe almeno un metro; ora alle catene leghiamo stretti i nostri piedi... Si perchè con questa inebriante Fiorentina il vero rischio per il tifoso è quello di cominciare a volare con il pensiero, e, sognando, trovarsi troppo in alto per le ali che ci hanno appiccicato alla schiena, che, fino a prova contraria, potrebbero essere tenute insieme con la cera.

Il rischio di trovarsi troppo vicini al sole è concreto, se anche un giornalista difficile ai voli pindarici come Luca Calamai, titola su Facebook "...con questo campionato folle la fiorentina può vincere lo...", e per fortuna si ferma li, non pronuncia la sacrilega parolina, anche se tutti la intuiscono. Ma del resto, se da quest'estate i mass-media mi ammorbano con l'idea che il Napoli sia da scudetto, ora che la Viola ha agganciato i partenopei, che gioca meglio di loro, ma che dico, gioca meglio di tutti, perchè non dovrebbe essere inserita per diritto nella mischia per l'obiettivo che più conta?

Le catene scricchiolano, tese all'estremo, mentre scrivo cose che non mi sarei sognato nemmeno tre settimane fa. E il problema è proprio questo: che fino a dieci giorni fà già entrare nel ristretto entourage dei pochi che lottano per la Champions era pensiero ardito... Ora anche la canzoncina del martedì sera, sembra ci debba andare stretta!

No, gente. Calma e gesso. Incrociamo le dita, le gambe, le braccia; tocchiamo tutto il ferro che ci troviamo fra le mani. Non so voi, ma deluso da una vita, ho troppo timore che la cera si sciolga. Cadere da questa altezza farebbe male. Ma intanto è bello esserci, lasciarsi alle spalle le partite passate con l'orecchio ai risultati del Lecce (!) e accogliere queste, con lo stesso orecchio ai campi dell'Inter e della Juve. 

E se poi, invece, la cera si rivelasse un mastice potente? E se queste ali fossero solide? E se questi ragazzi terribili che sembrano non temere niente, si mettessero in testa un'idea folle? E se, per una volta, i sogni di un bambino che il 16 Maggio del 1982 vide incuriosito suo fratello e suo padre con le lacrime agli occhi, diventassero realtà? 
E se il sole non fosse poi così lontano?

domenica 11 novembre 2012

Calpestando il Diavolo

Milan - Fiorentina = 1-3


Vietato nascondersi!

La Fiorentina merita l'appellativo "da Champions", e dopo questa inappuntabile prestazione nell'arena del calcio nessuno può più negarlo: antagonisti dell'Inter, del Napoli, della Lazio; alle prime due, chissà, facciamo meno paura, a causa dell'effimera sconfitta che abbiamo rimediato al SanPaolo e a Milano, ma se hanno voglia e nient'altro da fare, possono andare a rivedersi su YouTube le sintesi di quelle partite, per ricordarsi che hanno ben poco da stare tranquilli, che l'alito viola soffia anche sulle loro spalle.

Difficile rimanere con i piedi per terra: la Fiorentina ha fatto una prestazione mostruosa, il Milan lo abbiamo schiantato, surclassato nel gioco, alla faccia di un rigore più che dubbio e di una mancata espulsione di Bonera che fa il poker con quelle passate. Mettete il microfono davanti alla labbra del buon Montolivo, fatemi sapere cosa ne pensa di questo centrocampo fiorentino, della figurina di Borja Valero che ne vale almeno quattro delle sue.

Applausi a scena aperta nel primo tempo; sofferenza per buona metà del secondo, ma ci sta; tripudio nel finale; a rete tre nuovi marcatori, ed era quello che più ci mancava, i gol del centrocampo, pertanto un altro tassello si è unito al puzzle che porta all'europa. Percorso difficile, lungo, pieno di distrazioni; ma l'impressione è di aver a che fare con gente che la sa lunga, che raramente perde la testa e distoglie lo sguardo dal bersaglio finale (che differenza con le due passate stagioni).

Applausi ancora una volta alla difesa, con Rodriguez fra i migliori in campo, al centrocampo, specialmente, con Valero da 8 in pagella, all'attacco, dove Ljajic e Toni sciorinano una partita di pura sofferenza, ma attenta ed efficace.
Il rammarico è guardare in avanti e vedere che quello che io definisco uno strano miracolo calcistico, una squadra di quasi due soli giocatori, Hamsik e Cavani, vince ancora e si tiene scollata, ma di poco, e, guardando indietro, vedere la vittoria della Lazio, che però ha avuto la fortuna di giocare oggi contro la ZemanRoma... Mica sempre è domenica!

Aspettiamo per capire se riusciamo a grattare qualche punticino anche ai nerazzurri, ma non voglio volare così alto. Il sogno era insidiare il terzo posto, lo abbiamo realizzato; ora stropicciamo il cuscino, tiriamo su le coperte e cominciamo a sognare la Champions.

Stars & Stripes

Bastano tre giorni per giudicare un Paese? Ovviamente no, specie quando questo ha una valenza mondiale assoluta e un nome roboante come Stati Uniti d'America. Però è interessante condividere alcuni brevi scorci, scatti in movimento di una veloce trasferta oltreoceano.

Con la Lufthansa si atterra a Washington in perfetto orario, ma se non si è lesti e scattanti, ci si ritrova in fondo alla fila per la dogana: questo significa trovarsi in coda a qualcosa come 5/600 persone, incolonnate in un'interminabile serpentone, che finisce di fronte al desk di 5 o 6 annoiati funzionari doganali, che devono per missione spendere almeno 3 minuti del loro tempo a fare domande, prendere impronte digitali e fotografie a ciascuno dei suddetti malcapitati; basta fare due conti, ed ecco il risultato di 1 ora e 45 minuti interminabili, in questo stanzone di una moderna Ellis Island; terminata questa tortura, si afferra il passaporto dalla mano del vigile doganiere, e si scatta veloci verso il volo di coincidenza, si gira l'angolo e... sorpresa! Un'altra lunga coda verso i famosi Body Scanners: braccia alzate come un criminale, messo a nudo centimetro per centimetro... La rabbia dell'aver perso la coincidenza per Philadelphia (ed i bagagli, ma questa è colpa stranamente dell'usualmente infallibile vettore tedesco), quasi mascherano la constatazione che questo grande Paese ha ancora una paura fottuta!

Appiedati a Washington, e con 250 Km che ci separano dalla meta finale, Philadelphia, noleggiamo una macchina, e ci infiliamo nel traffico labirintico delle Highways: tutti in fila a 65 miglia orarie, circa i 90 delle nostre superstrade, intervallate da caselli che accettano solo monetine (che non abbiamo) e non carte di credito (al collega arriveranno postumi una 20ina di dollari caricati sul conto della macchina, mica male per i kilometri fatti!): nonostante la profusione di corsie, catrame e cemento, anche l'Italia, con i suoi Telepass e i caselli automatici che accettano di tutto, pure le carte-soci Coop, sembra avanti anni luce.

Arriviamo a Philadelphia alle 10 pm (all'americana), lasciamo la macchina alla Hertz, e entriamo in aeroporto; dobbiamo cercare il modo di farci mandare i bagagli in Hotel il giorno dopo: la scena è desolante... Ci chiediamo se ci sia stato un allarme bomba, uno sciopero generale, visto che tutto è deserto, i grandi locali sono completamente vuoti, e chiedere agli inservienti di colore armati di spazzolone ovviamente non serve a niente... Ma alle dieci di sera, anche Peretola con il suo scarsissimo traffico aereo ha ancora funzionari ai "Bagagli Smarriti".


Conclusa la prima giornata lavorativa, recuperati i bagagli (non prima di aver percorso in lungo e in largo l'aeroporto in cerca di una rassicurante uniforme Lufthansa), andiamo a cena, ci dicono, in uno dei risto-grill più rinomati della zona per l'ottima carne. L'ambiente è enorme, e ricorda le balere in cui coppie di ballerini in stivali, camicia a quadri e cappellone alla texana si sfidano a colpi di tacco; ma lo stanzone è semivuoto... Ma certo, è l'Election Day, e probabilmente son tutti incollati alla TV per vedere la versione americana delle vecchie bandierine di Emilio Fede. Chiedo un filetto al sangue, mi portano un filetto per i miei gusti stracotto, circondato da salsine e patate in diverse fogge. Accidenti, anche in questo l'Italia, Firenze con la sua Fiorentina, sono irraggiungibili!

Ultimo giorno, ci avanza un'oretta e mezzo prima del volo, per un salto in Philadelphia down-town; saltiamo su un Taxi, e chiediamo all'autista di suggerirci un paio dei migliori scorci della città, visto il poco tempo a disposizione; risultato: prima tappa, la Liberty Bell e la Indepence House ("Qui hanno girato 'Il Tesoro dei Templari', con Nicholas Cage...", ci ricorda); seconda tappa, la scalinata di Rocky: proprio così, nonostante si tratti di una imponente scalinata alla fine di uno maestoso viale, che porta al bellissimo edificio neo-classico del Museo di Arte Moderna, anche sulle cartine si chiama "Rocky Steps"; a lato c'è la statua del  noto pugile italo-americano, in cima alla scalinata c'è il calco in bronzo delle sue suole e il suo nome inciso nella roccia... peccato che tale illustre personaggio sia solo di fantasia! E questa sarebbe una delle città storiche degli USA? Questo è quanto di meglio sa offrire? Italia avanti di diverse incollature, non deve nemmeno sudare per tagliare il traguardo in testa!

Salgo sull'aereo un po' perplesso da questo grande paese, e lo sono ancora di più guardando in basso mentre sorvoliamo Washington: vedo una sterminata periferia, con villette (piccole regge per dire la verità) immerse nei boschi del Disctrict of Columbia, circondate da prati curatissimi e piscine, da High School con l'immancabile campo da football con lo stemma stampigliato sul sintetico; ma dove sono la povertà, i ghetti, la crisi?... Ah no, c'è, ci sono eccome: mentre chiudo gli occhi e il sonno ristoratore sta per arrivare, ricordo il giorno prima, quando nella hall del nostro Hotel abbiamo incrociato decine di giovanissimi rappresentanti delle classi povere, quei neri, portoricani, indiani, con finte collane d'oro, vestiti e scarpe sformati, tante volte visti in video-clip e film, qui spaesati e per niente spavaldi, a volte accompagnati addirittura dai genitori; entravano tutti in un'ampia sala conferenze, il cartello fuori diceva "Job Fair" (leggi colloquio); erano tanti, l'ambita posizione lavorativa probabilmente una sola... tutti in fila per un posto in un negozio di mangime per animali.





domenica 4 novembre 2012

In volo verso Milano

Fiorentina - Cagliari = 4-1

E ora non venitemi a dire che abbiamo giocato male per un tempo, che abbiamo regalato il centrocampo per larghi tratti della partita, che abbiamo dilagato solo dopo il 2-1, che Cuadrado è un dribblomane fine a se stesso, che Jovetic è in crisi d'identità, bla bla bla....
Non venite a sussurrarmi questo chiacchericcio nelle orecchie, perchè il sorriso stampato in faccia non me lo togliete, così come non mi togliete l'idea che questa squadra, così mirabilmente costruita in una ventina di giorni, ha le carte in regola per lottare per la Champions... Ecco, l'ho detto: per questa affermazione, certo, non sarò costretto a seppellirmi sotto palate di cenere, punizione che ben mi spetta per aver bollato l'acquisto di Toni, adirato per il mancato arrivo del Toppleier come il più chiassoso tifoso da BarSport, con un frettoloso "meglio nulla".

Dopo undici giornate vissute col cuore in gola, è tempo di primi consuntivi, e l'affermazione audace è dettata non solo dalla classifica, ma da dati oggettivi: giochiamo un calcio che è uno dei migliori della serie A (mi tengo basso, altrimenti rimango al bancone del suddetto BarSport), abbiamo un centrocampo che tutti ci invidiano, imbottito di qualità e di piedi buoni, un portiere nel giro della nazionale (una voce dai tavolini della briscola dice che potrebbe essere il secondo di Buffon ai Mondiali, io gli rispondo di tornare a guardare le carte...), la seconda difesa del campionato (podio condiviso con l'odiata Signora), un attacco che ha trovato un "vecchietto" che ha ancora voglia di stupire, e ci sta riuscendo, un giovanissimo che sembra aver fatto tesoro delle sberle ricevute da Delio Rossi, un fenomeno che ha segnato sei reti nonostante non stia giocando da fenomeno... e a Gennaio, magari, potrebbe arrivare una ciliegina per irrobustire il reparto. Con queste premesse è lecito volare alto.

Alla fine di ognuna di queste prime giornate abbiamo sempre alzato l'asticella... E allora alziamola di mezzo metro in un colpo, senza pudore, e cerchiamo di andare a Milano a fare di nuovo la voce grossa, ma questa volta con l'obiettivo non dei complimenti per gli sconfitti, ma dei titoloni per i vittoriosi.


Un ultima nota:
ma guardate quant'è bella l'esultanza viola negli occhi di questi bambini, cresciuti e non...
Guardate quant'è bella questa Fiorentina !!!