venerdì 31 agosto 2012

Meglio di nulla... o meglio nulla....

Ore 18.30, un messaggino di un amico mi sveglia dal torpore del ritorno da pendolare in treno:
"Oh, s'è preso LucaToni"
sorrido e rispondo "ahah, simpatico... meglio nulla!"
"No, guarda che è vero!"
Oddio, penso... metto in pista tutta la tecnologia a mia disposizione, iPAD, blackberry, ed in men che non si dica lo scherzo si rivela in tutta la sua verità.

Ora, io mi ero già messo l'animo in pace, perchè quando una società, a tre ore dalla fine del mercato, tratta fior di giocatori del calibro di Bianchi, Pozzi e Floccari, ha chiaramente perso il treno dei Top Players, e chiunque venga dei tre, non merita le cuffie sintonizzate su RadioBlu fino alle 19.
Ma questo mi ha spiazzato.

La domanda sorge spontanea: ne valeva la pena? Intendiamoci, non per i soldi; cosa vuoi che siano 400 mila euro in più o in meno per la Fiorentina; ma per l'impatto mediatico sulla piazza di Firenze, e per l'esposizione sul palco/gogna dell'arena del tifo italiano.

Non mi pongo il quesito tecnico: fior di intenditori possono asserire che la conformazione fisica ed il tipo di gioco dell'ex Bayern ben si addicono alle caratteristiche tattiche di Montella ("...regge palla, favorisce gli inserimenti dei centrocampisti, finalizza i cross di Jovetic..."). I freddi numeri  (35 anni suonati, 3 gol nell'Al-Nasr (!) la scorsa stagione, 15 gol  in partite ufficiali dal 2009 ad oggi, da tre mesi svincolato quindi privo di preparazione...) sono, ahimé, pietre tombali sulla sua carriera.

E allora la mia risposta, pronto a cospargermi il capo di cenere al decimo gol in 10 partite, è NO, non ne valeva la pena, meglio nulla. il ritorno negativo di immagine è troppo rischioso, e sporca una campagnia acquisti altrimenti positiva.

Mi domando inoltre: se l'alternativa era questa, era così difficile assicurarsi Babel (svincolato, quindi a costo zero)? Oppure, Borriello, costretto a ripiegare su Genoa: anche se inviso alla Piazza... meglio di nulla....

giovedì 30 agosto 2012

Scalo a Monaco


Gli scali aerei, si sa, son fastidiosi... ti tocca scendere in fretta dal primo aereo, sostare davanti ai tabelloni, con trolley e pesanti zaini in spalla, alla ricerca/codifica del gate per il volo successivo...
Questo stava facendo ieri mattina, nella zona arrivi dell'aeroporto di Monaco di Baviera, un bulgaro di 31 anni, baciato dalla dea del calcio, e ignaro della fortuna che gli stava toccando in sorte, nel passare dalla monotona Inghilterra, alle dolci colline toscane, e al salotto di Piazza Signoria, non per vacanza estiva, bensì imbottito di soldi...
E mentre, finalmente, individua la linea giusta sul tabellone (Florence - 12.15 - Gate15), l'iPhone appena acceso (o forse mai spento) si mette a trillare...
Si presenta un tale Marotta ("Chi?", pensa il Berba);
"juventus" ("ahh!, ma senti...", pensa ora)...
"Senti, Berba", dice ansioso il Marotta "che ne diresti di mollare quella squadretta di provincia, che non fa nemmeno le coppe, ed approdare alla juve, per un bel po' di soldi in più?"...
"Mah, mi piacerebbe, ma sto per salire sull'aereo, pagato dalla Fiorentina (a me e a tutto il mio codazzo di amici e tirapiedi, che mi tengon compagnia) per andare a firmare; ho già dato la mia parola, e questi hanno anche l'accordo firmato con il Manchester, hanno fatto partire le fideiussioni, la prima rata è già in pagamento..... come si fa?"
E Marotta, serafico: "Ecchisenefrega.....!!!!".

Fu così che l'aero per Firenze decolla con molti posti liberi in più, che la juve ottiene la sua vendetta per l'altezzoso Niet di Andrea della Valle, appena ricevuto per l'acquisto di Jovetic, e che il bulgaro, le colline toscane, le vedrà solo in cartolina.

Il commento del tifoso viola? Vai, Berbatov, vai pure dove vuoi... Da qui son passati gli artisti della penna, dello scalpello, del pennello, e anche, si, del pallone... Sarebbe stata un'offesa per noi sporcare le strade di Firenze, ed il prato dell'Artemio Franchi, con la tua presenza. E... Grazie juve, questa volta ci hai fatto un favore, non uno sgarbo, e ci hai dato un motivo in più per gridare forte "Grazie a Dio non sono gobbo"!

Detto per inciso: il fatto che il Berbatov abbia preso in giro anche la juve, perchè il numero del suo iPhone, ahimé, ce l'avevano anche i dirigenti del Fulham, è solo un contorno, una risata viola al termine della storia.

domenica 26 agosto 2012

Gli artisti viola

Fiorentina - Udinese = 2-1

C'era una volta un giocatore ammantato di Viola a vita, che giocava guardando le stelle; aveva il numero 10 sulle spalle, e naturalmente si chiamava Giancarlo, un nome da poeta, da scultore, da pittore; da artista, insomma; e lui, artista, del calcio, lo era...
Passano una trentina d'anni (mamma mia come son vecchio), e ieri, in quel catino a forma di D (come Duce, per chi non lo sapesse), ad un certo punto di un secondo tempo di una partita appiccicosa come l'umidità in cui si giocava, ecco che entra in campo un nuovo numero 10 viola; lo chiamano il Principino, all'anagrafe Aquilani; metà stadio lo aspetta e lo invoca, l'altra metà lo guarda un po' di sbieco, perchè l'anno scorso, in effetti con piglio un po' snob, ci ha usato come cavallo di Troia per arrivare al Milan....
Ma si sa, il tifoso è volubile, basta poco per farlo innamorare: ma quel poco fa tornare in mente l'altro numero 10, l'artista: l'arbitro ha il fischio in bocca per soffiare un'ultima volta, ed il principino è a metà campo, alza gli occhi verso le stelle, e ne vede una fulgida, luminosa e montenegrina; ed ecco la poesia, il colpo di scalpello sul marmo, la pennellata... quella palla che vola, dice a Jovetic: vai, salta l'uomo e mettila dentro; ma non c'è bisogno di dirlo, l'altro, il genio, sa bene cosa fare...
Questa è la mia Fiorentina!

martedì 21 agosto 2012

Il balcone di Assange

C'è un omino canuto e distinto che si presenta su un balconcino, su uno strapuntino che per il diritto internazionale rappresenta un paese sudamericano, l'Ecuador, e che, sempre per tale diritto, lo protegge come una impenetrabile fortificazione. L'omino è il paladino della Teoria del Complotto, quell'Assange che ha alzato il velo su tonnellate di documenti scottanti/compromettenti non solo per l'amministrazione USA; e poco importa se, per farlo, ha violato una lunga serie di leggi e norme; questo e altro in nome della Verità...
Da lì tuona contro il tanned Obama: "basta con la caccia alle streghe... lasciatemi un po' in pace"... Da lì chiede alla Svezia, che lo vuole estradire per reati sessuali (tutto da provare of course), di non consegnarlo nelle mani dei cattivoni a stelle e strisce, che sicuramente, come nei migliori film di spionaggio holliwoodiani, gli metterebbero subito un cappuccio nero in testa e lo farebbero sparire per l'eternità.
Ora, premesso che, per mia educazione e cultura, se un paese democratico (e, anche se con curiose sfumature, gli USA lo sono) ha un codice legale da rispettare, e tu non lo rispetti, ne devi pagare, in modo equo (macchè pena di morte...), le conseguenze.
Premesso anche che se un altro paese chiede la tua estradizione, il tuo primo pensiero di innocente paladino senza macchia dovrebbe essere quello di andare lì e difenderti, non di chiedere (con quale dirittto?), che tale paese a sua volta non ti spedisca verso il lupo cattivo.
Fatte queste premesse, leggo con curiosità, qualche notizia nei confronti dei nuovi difensori del suddetto Cavaliere della Verità, ovvero l'Ecuador; e quindi apprendo che:
A. Nel rapporto 2012, Human Right Watch, l'ong che monitorizza i diritti umani nel mondo, denuncia che in Ecuador «chi offende i funzionari governativi», a cominciare dei giornalisti, rischia «la prigione da tre mesi a due anni».
B. Dal 2008 «18 giornalisti, direttori o editori» hanno subito questo trattamento, secondo l'ong locale Fundamedios. Il capo dello stato è riuscito a far condannare a tre anni di galera l'editorialista Emilio Palacio del quotidiano d'opposizione El Universo. Per un articolo giudicato diffamatorio Palacio ed altri tre giornalisti dovranno sborsare 40 milioni di dollari, una cifra esorbitante.
C. Per rispondere alle critiche il governo obbliga le tv ad interrompere i programmi trasmettendo le cosiddette «cadenas» degli aggressivi spot propagandistici.
D. Amnesty international ha pure denunciato l'Ecuador di criminalizzare le pacifiche proteste degli indios con accuse di «terrorismo».
E. Il presidente socialista Correa sta mettendo nel mirino anche le ong, come la stessa Wikileaks, accusandole di «destabilizzazione».
Ma uno degli aspetti più curiosi è che proprio dai cablogrammi segreti del Dipartimento Usa, resi pubblici da Assange, risultava che Correa avesse nominato un capo della polizia corrotto. Il presidente ha fatto il diavolo a quattro finendo per espellere l'ambasciatrice americana rea di aver scritto il cablo a Washington. Poi ha proibito ai militari a stelle e strisce di utilizzare una base per il controllo dei narcotrafficanti ed infine diventa protettore di Assange.
E allora cosa se ne deduce? Cosa dovrebbero capire, in fondo in fondo, i sostenitori con la mascherina bianca del paladino? Probabilmente che è tutto un gioco delle parti, che anche loro sono pedine inserite in una scacchiera ben più grande delle loro buone intenzioni.
Alla fine, il teatrino messo in piedi da Assange con l'Ecuador è ancora più assurdo tenendo conto del fatto che il fondatore di Wikileaks non verrà spedito negli Usa. Infatti, il ministro degli esteri di Stoccolma, Carl Bildt, ha dichiarato al Financial Times: «Non estradiamo in paesi che applicano la pena di morte». In pratica «è assolutamente impossibile», secondo l'esponente del governo svedese, che Assange finisca dalla Svezia agli Stati Uniti.
Forse ci penserà l'Ecuador se cambiasse di nuovo alleanze

lunedì 13 agosto 2012

Lo strano caso del dott. Conte e di Mr. Zeman

Sembra che l'allenatore della Juventus, tale Conte, sia stato squalificato per 10 mesi; sentenza opinabile, ma ormai emessa, e come tale da rispettarsi; squalifica, si diceva, per un signore che ha il patentino FIGC da allenatore, quindi, si presuppone, squalifica all'attività di allenatore.

Sembra che la suddetta sentenza non sia una squalifica al mestiere di allenatore, ma a quello meno nobile di "poggia-sedere" sulla panchina di un campo di calcio ufficiale, italiano o estero che sia.....

Sembra che Mr. Zeman, personaggio si fazioso, spesso silenzioso, sempre burbero, ma che quando parla tira bordate che fanno tremare le mura, abbia avuto l'ardire di pensare, ed esternare, che una squalifica è tale sia fuori che dentro un campo di calcio...

Sembra che certo Sig. Diggì Marotta pensi, e dica "Ahhhh, lesa maestà, ma cosa dice costui? Le regole (sigh!) parlano chiaro.... Le squalifiche son pinzillacchere, basta che il nostro stimatissimo, parrucchinatissimo, stipendiatissimo, allenatore, non poggi le preziose terga sulla comoda e griffata panchina del nuovissimo Juventusstadium, e tutto è a posto..."

Sembra, ma forse è certo, che lo stile Juve sia inarrivabile..... Ri-sigh.....